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Tanti, welfare municipale

“Un raccordo unico, forte, discreto e sussidiario: è questo lo spirito della cabina unica municipale del sostegno agli aretini in difficoltà. Questa è la prima concreta pietra per la definizione del nuovo welfare municipale che sarà libero, responsabile, civico ed efficiente”.

Commenta così il vicesindaco Lucia Tanti la nuova sperimentazione, ormai avviata in maniera strutturale da qualche mese, che mette insieme i servizi sociali del Comune di Arezzo e le realtà associative del territorio: “dalla Misericordia a Confartigianato, da Coldiretti a molte associazioni di volontariato fino al contributo dei club di servizio: si va così sempre più rafforzando concretamente l’alleanza tra il Comune, il volontariato e le categorie, anche economiche, per fare fronte a questo momento di grande disagio sociale. Come funziona? La formula è semplice e si traduce in un’unica parola: collaborazione. Il Comune offre la propria esperienza e il proprio know-how per costruire un sistema ordinato e razionale in cui si raccolgono le azioni di generosità che la città, per il tramite delle associazioni e delle categorie, mette a disposizione di chi si trova in difficoltà.

Le azioni sono plurali e costanti: dal supporto alimentare ed economico ad azioni di solidarietà verso i diversamente alibi fino iniziative per contrastare la povertà educativa tramite donazioni o contributi di ogni genere. Ma non solo, il percorso è perfettamente ‘binario’: il Comune si mette in questo modo nelle condizioni di ricevere, in tempo reale, dalle associazioni e anche dalle categorie economiche segnalazioni di disagi nuovi, cioè di quelle persone, sempre di più, che sono economicamente in grave difficoltà ma che hanno pudore a chiedere aiuto al Comune. Sono infatti sempre di più i ‘nuovi poveri’, spesso ‘vittime economiche’ del Covid, che per la prima volta nella vita fanno fatica ad arrivare alla fine del mese, persone che mai hanno avuto bisogno e che ora invece sono ai margini e spesso invisibili nelle loro difficoltà.

Bene, il Comune intende non dimenticare nessuno ma intercettare e mettere in campo nuove risorse: questa alleanza ci aiuta ad arrivare là dove da soli non saremmo potuti arrivare e ci aiuta a razionalizzare aiuti e sostegni. Questa unica regia costruisce percorsi di protezione di sistema e rende sinergiche tutte le forze in campo rafforzando la coesione tra pubblico e privato, tra associazioni e volontariato, tra singole persone e istituzioni. Questo modello farà la vera differenza e costruirà un sistema forte, protettivo, razionale, non assistenziale e soprattutto dignitoso per chiunque.

Già nel maggio scorso dicemmo che il Covid avrebbe cambiato il mondo e che s’imponevano risposte nuove: Arezzo è già pronta ad affrontare la crisi sociale post-pandemica, pur sapendo che la pandemia non è ancora finita, ma trovando fin da ora soluzioni innovative di coesione sociale. In questa città abbiamo due capitali umani enormi che sono i servizi sociali del Comune, capaci ed efficienti, che hanno mostrato una tenuta e una professionalità uniche e fortissime in questo tempo di emergenza mondiale e l’associazionismo, fatto di uomini e donne generosi e intelligenti: l’alleanza stretta e organizzata tra questi due mondi rafforza ancora di più

Arezzo come città sicura e coesa dove l’abbraccio di protezione è sempre più forte e saprà portarci fuori dalla grande crisi, economica e relazionale che l’emergenza sanitaria ha generato senza fare sconti a nessuno”.

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