Intervista a Khadjia Cirafici: Ospite di Timeline, Khadjia Cirafici si è presentata come una coach olistica, un approccio che abbraccia la complessità dell’essere umano, considerando l’interconnessione tra corpo, mente e spirito. Il cuore del suo lavoro risiede nell’accompagnare le persone in un percorso di riscoperta della fiducia in sé stesse, aiutandole a ristabilire un contatto autentico con il proprio vero sé.
Uno degli aspetti fondamentali che Khadjia sottolinea è il potere trasformativo delle parole. Le parole che scegliamo di rivolgere a noi stessi e agli altri hanno un impatto significativo nel plasmare la nostra realtà interiore ed esteriore. Per questo, incoraggia un uso consapevole del linguaggio e promuove una comunicazione improntata alla non violenza, come strumenti chiave per costruire relazioni più sane e autentiche.
Nel suo lavoro, Khadjia osserva come spesso le persone vivano senza una chiara direzione, smarrite nella confusione su chi siano realmente e su quali siano i loro veri desideri. Attraverso il coaching, le aiuta a fare chiarezza sui propri bisogni, a verbalizzarli e a superare la paura di esprimere le proprie emozioni, liberando così il proprio potenziale. Il percorso di coaching proposto da Khadjia si articola in sei mesi, con incontri cadenzati mensilmente.
Integra sapientemente le tecniche di coaching con la metagenealogia, un approccio che permette di lavorare sul presente illuminato dalle dinamiche familiari del passato. Un elemento distintivo del suo metodo è l’utilizzo degli “atti linguistici”, ovvero affermazioni potenzianti che mirano a trasformare la narrazione interiore delle persone. Nel processo di coaching, le domande rivestono un ruolo cruciale.
Khadjia spiega come le domande non siano uno strumento per il coach, ma un potente mezzo attraverso il quale il cliente può esplorare i propri pensieri, elaborare le proprie riflessioni e, infine, trovare le risposte che risiedono già dentro di sé. I benefici che i clienti di Khadjia sperimentano al termine del percorso sono tangibili e profondi.
Imparano a stabilire confini sani, a esprimere i propri bisogni con assertività, a dire di no quando necessario e a costruire relazioni interpersonali basate su una maggiore autenticità.