Giani su Orlandi: “Io servitore dello Stato”

Simona Santi Laurini
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L’aretino Domenico Giani è stato audito dalla Commissione bicamerale di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi: “sono un servitore dello Stato ed ho collaborato” ha detto.

E’ stato per oltre 20 anni a capo della Gendarmeria vaticana ed è rientrato anche lui nelle audizione della commissione bicamerale di inchiesta su Emanuela Orlandi. L’aretino Domenico Giani oggi è capo delle Misericordie nazionali, presidente della Eni Foundation ed è Ambasciatore dell’Ordine di Malta a Cipro e in Gambia. Tutt’altro rispetto al suo passato, ma non si è tirato indietro ed ha risposto alle domande. In sintesi, Giani ha ribadito la volontà di collaborare ed ha riferito che – sulla questione dell’estumulazione della tomba di Renatino De Pedis dalla basilica di Sant’Apollinare – la Segreteria di Stato del Vaticano gli chiese di prendere contatti con il procuratore Capaldo, titolare del fascicolo sulla scomparsa della giovanissima cittadina vaticana. Giani ha anche ribadito che la Santa Sede non aveva portato avanti indagini, curate invece dagli inquirenti italiani. E su questo punto, si è anche detto dispiaciuto che Capaldo lo abbia definito un emissario. “‘Io sono un servitore dello Stato che gli offrì leale collaborazione” ha detto Giani. Tra l’altro, Giani ha rivelato di aver appreso della estumulazione della tomba proprio mentre era impegnato nella gestione della sicurezza per la visita di papa Benedetto nella sua Arezzo.

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