Cosa accadrebbe se fossero i malvagi a parlare di cura e pietà? Se quiete e felicità, non successo e ricchezza, fossero l’agognato cambiamento offerto dal diavolo nel suo patto millenario con l’uomo? Il Maestro e Margherita è un’opera letteraria ingombrante, illuminante e complessa. Quello che abbiamo cercato di fare è stato creare un’opera al contempo ridente e profonda, che possa restituire al pubblico l’allegria del pensiero; che riesca a comunicare la percezione della mediocrità ma anche della sublimità del mondo che viviamo; che faccia intravedere una speranza, quella che seppur vivendo in una società complessa, difficile e ostile, non tutto è perduto. Perché il senso di condivisione, il libero pensiero, l’aspirazione a qualcosa di più alto, non sono qualcosa di morto e inutile. Perché come ribatte Woland, “I manoscritti non bruciano”. Mai.
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