In 24 a vario titolo sono sul banco degli imputati per i 200 milioni usciti da Bpel e non rientrati più: un patrimonio dissipato, secondo le pm Julia Maggiore e Angela Masiello che hanno chiesto condanne da sei anni e mezzo ad un anno. Bancarotta fraudolenta e bancarotta semplice su una serie di operazioni senza garanzie, distrattive e per lo più a favore di soggetti amici. Accuse fronteggiate con decisione dagli avvocati delle difese nel corso di un maxi processo durato due anni.
Venerdì nell’aula della Vela di recente sottoposta a lavori di restauro, mancherà uno dei 24 coinvolti: il professor Enrico Fazzini, ex presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Firenze, è morto durante l’estate. Ex consigliere di Bpel, è stato professore universitario e stimato tributarista, con incarichi di rilievo a livello nazionale. pronunciare i dispositivi per i 23 imputati sarà il presidente Giovanni Fruganti, sulla soglia della pensione dopo una carriera intensa e brillante. Al suo fianco i giudici Ada Grignani e Claudio Lara. Davanti ai tre membri del collegio del tribunale, il dibattimento iniziato a settembre 2019 ha ripercorso la storia del tracollo della banca degli aretini, Banca Etruria, poi dissolta attraverso le fusioni.
Tra gli ex vertici, gli amministratori e i revisori dell’istituto di credito, c’è chi rischia una pena alta, di quelle che sforano il tetto per godere della sospensione condizionale. Carcere, in teoria. Ma di mezzo c’è l’appello.