Sarà perché Banca Etruria non solo per ragione sociale ma come fatto acclarato era la più “popolare” rispetto alle altre tre banche disastrate, fatto è che che quella che una volta veniva considerata la banca popolare degli aretini è anche quella che di gran lunga occupa, molto più delle altre, le prime pagine di tutti i giornali italiani. Una pubblicità che sicuramente gli aretini ne avrebbero ben fatto volentieri a meno, non solo per i disastri provocati a migliaia dirisparmiatori del nostro territorio, costretti ora a leccarsi le ferite per aver dato fiducia a chi evidentemente non se la meritava proprio, ma anche per i tanti risvolti che ogni giorno emergono su BancaEtruria “popolare davvero” e che inevitabilmente finiscono per ferire ancor più il sentimento della gente.
Ache i giornalisti ora sono sotto attacco. Basta guardare il titolo in prima pagina del quotidiano “Libero” e capire come erano spesi molti soldi. Il giornale milanese fa un escursus dell’attività editorale della banca con riferimento a “Etruria Oggi”, il trimestrale il carta patinata edito per anni dall’istituto di credito con un parco di collaboratori eccezionale e grandi firme del giornalismo italiano. Nei 32 anni di storia di questa rivista (che ora, evidentemente per pudore, è stata tolta dal sito ufficiale della banca), con oltre 20 mila copie di tiratura, distribuita in ottima fattura editoriale e il “curriculum” di chi ci scriveva, fanno facilmente presagire che la banca abbia elargito una montagna di denari.
Qualcuno ora poitrà anche dire che è facile recriminare sul passato vista anche la realtà di oggi. Verissimo, ma solo se si pensa che al peggio non c’è mai fine…!