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Vigevano: la cittadella ideale degli Sforza

A pochissimi chilometri da Milano, in provincia di Pavia, si trova un borgo raccolto e curato nel dettaglio: si tratta di Vigevano, la cittadella ideale degli Sforza.

Qui hanno lavorato personaggi del calibro di Leonardo da Vinci e Bramante; qui hanno visto i natali Ludovico il Moro (1452-1508) e, in epoca più recente, Eleonora Duse (1858-1924), grande attrice teatrale e amante di D’Annunzio.

Da sempre contesa tra Pavia e Milano per via della sua posizione strategica sul Ticino e sulla Lomellina, Vigevano, diventa dominio milanese quando Francesco Sforza viene nominato duca di Milano. Il periodo Sforzesco è decisamente il più importante per la cittadina: sotto Ludovico il Moro e sotto suo figlio, Francesco II, la città viene trasformata in residenza estiva della corte ducale.

Artefice del rinnovamento fu Bramante che con i suoi progetti restaurò e ampliò il Castello, trasformando il mastio militare in dimora di prestigio, luogo ideale per gli svaghi e gli ozi della corte. Qui vi soggiornò Leonardo da Vinci; qui Beatrice d’Este aveva le sue stanze preferite e qui si intratteneva con le sue ancelle nella Loggia delle Dame; nella Falconiera progettata da Bramante venivano addestrati i falconi utilizzati per la caccia e le scuderie, sempre progettate da Bramante, vennero descritte come stalle-modello da Leonardo nel suo Codice Atlantico.

Sempre di progetto Bramantesco è la Torre, alta 55 metri, che permette un affaccio privilegiato su Piazza Ducale e sulla campagna lombarda.

Piazza Ducale è il “salotto buono” di Vigevano: con la sua forma ellittica (134 metri di lunghezza e 48 di larghezza) si annovera tra le piazze italiane più particolari. Pavimentata con ciottoli bianchi e neri provenienti dal fiume Ticino, è decorata su tre lati da portici e, sul quarto, dalla facciata barocca del duomo. Le 84 colonne, con capitelli tutti diversi tra loro, scandiscono in modo regolare il ritmo della piazza e tra di esse, vi sono dei medaglioni che ritraggono personaggi d’epoca romana o rinascimentale – è possibile scorgere anche i ritratti di Ludovico il Moro e della moglie Beatrice d’Este, accompagnati da motti e proverbi. I comignoli di mattoni che fanno capolino dai tetti delle case, riproducono le torri dei castelli che facevano parte del feudo di Vigevano ai tempi degli Sforza.

Con la fine della dinastia Sforza, Vigevano cade sotto dominio spagnolo. E’ così che si spiega la presenza del vescovo iberico Juan Caramuel de Lobkowitz che nel 1680 disegna la facciata concava del Duomo, volta ad impreziosire la chiesa di S. Ambrogio, risalente alla metà del secolo XIV.

Da non perdere è la suggestiva strada coperta, una delle più grandi d’Europa – lunga 167 metri e larga 7 – che consentiva ai signori di Milano di fuggire nelle situazioni di emergenza.

Se dopo tutto questo camminare vi si sono rovinate le suole delle scarpe, non temete! Vigevano è storicamente conosciuta per la sua arte calzaiola. Tappa consigliata è il Museo della Scarpa dove si possono ammirare pezzi unici e originali: si va dalla “pianella” di Beatrice d’Este al tacco di Marylin Monroe, dallo scarponcino con le ghette del Duce alla gigantesca calzatura della star Nba Shaquille O’Neal.

 

*#TeletruriaGiovani è un nuovo progetto coordinato da Teletruria, nato dalla volontà di dare voce ai giovani. Il team di #TeletruriaGiovani è formato esclusivamente da ragazzi under 40 non giornalisti che, per il gusto di scrivere e per la passione di condividere le loro esperienze, hanno deciso di curare delle rubriche tematiche. I ragazzi sono tutti volontari e scelgono in autonomia i temi su cui scrivere

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