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Urbanistica partecipata e semplificata

Angiolini Piomboni di Ora Ghinell interviene sull’urbanistica. “Con l’adozione delle modifiche alle norme tecniche d’attuazione al regolamento urbanistico, nell’ultima seduta di Consiglio Comunale, questa amministrazione aggiunge un altro step al percorso che ha intrapreso verso la semplificazione. I contributi pervenuti dai cittadini sono stati d’aiuto e ci saranno di ulteriore ausilio con le osservazione che intenderanno presentare in vista dell’approvazione definitiva.
Di cosa stiamo parlando? Intanto di edilizia sostenibile. Per coloro che, andando a realizzare o ristrutturare un fabbricato, useranno particolare attenzione affinché questo intervento soddisfi le linee guida regionali con i requisiti ambientali, sociali, economici, sulla sicurezza e robustezza strutturale, l’amministrazione attuerà lo sconto previsto fino al 70% sugli oneri di urbanizzazione e un incentivo edilizio-urbanistico che potrà raggiungere il 10% della superficie utile lorda realizzabile.
Secondo aspetto: nel caso che due fabbricati tra loro si fronteggino e che le loro pareti finestrate siano poste a una distanza inferiore ai 10 metri prescritti dall’attuale normativa, sarà possibile per ciascun fabbricato procedere a un intervento di totale demolizione e ricostruzione mantenendo la distanza originaria tra le pareti. Questa norma viene inserita per incentivare la totale ricostruzione di vecchi fabbricati in modo che nel tempo si ottenga un netto e sostanziale miglioramento del patrimonio edilizio sia da un punto di vista di efficienza energetica che di sicurezza sismica.
Sulle addizioni volumetriche, la normativa prevedeva che il cittadino, in caso di ampliamento del proprio fabbricato non potesse, nei cinque anni successivi, aumentare il numero delle unità immobiliari. Con la norma adottata questo divieto sarà eliminato.
Al fine poi di mantenere e incrementare l’occupazione, con la norma adottata abbiamo inserito due modifiche che si applicano alle aree produttive, con poche eccezioni: nella previsione d’ampliamento di un fabbricato fino al 20% della superficie esistente, in deroga agli indici urbanistici, si è voluto togliere, all’interno dei perimetri urbani, il limite massimo previsto dei 100 metri quadrati. Inoltre, il rapporto di copertura è stato innalzato dal 50% al 60%. Le modifiche apportate soddisferanno le esigenze di ampliamento per quelle aziende che ne hanno necessità e che non possono, vista la situazione economica attuale, permettersi un trasloco sulle tante aree esistenti capaci di accoglierle. L’effetto consisterà nella possibilità di realizzare nuovi spazi e mantenere o incrementare l’occupazione.
Viene riammesso, nelle aree extraurbane, il piano seminterrato solo nel caso di ampliamento di edifici esistenti che ne siano già provvisti e in presenza di situazioni morfologiche che ne consentano la realizzazione senza alterare l’andamento del profilo del terreno.
Sono stati chiariti alcuni concetti di “allineamento stradale” e ridotte le distanze per coloro che vogliono realizzare una recinzione fuori dai centri abitati.
È stata ammessa la possibilità, valida su gran parte del territorio, di poter realizzare costruzioni rurali necessarie ad attività “agricola” anche senza rispettare le superfici minime del fondo agricolo; l’autorizzazione per la realizzazione di un fabbricato di superficie fino a 36 metri quadrati avverrà mediante semplice pratica edilizia; per metrature superiori sarà necessario un piano attuativo che dovrà seguire l’iter urbanistico. Per le aziende agricole sarà inoltre possibile realizzare manufatti aziendali che necessitano di interventi permanenti sul suolo, senza dover necessariamente eseguire un piano di miglioramento agricolo-ambientale; ciò sarà permesso a condizione che sia adeguatamente e motivatamente dimostrata l’esigenza a livello aziendale nonché l’assenza di alternative in relazione alle dotazioni di cui l’azienda dispone.
Se viene progettato un intervento su edifici specialistici, ville, edilizia rurale di pregio o centri antichi, che preveda la riorganizzazione di volumi, questo può seguire due iter: o il tradizionale piano attuativo o un progetto unitario convenzionato. Quest’ultimo, per essere attuato, dovrà riguardare l’intero ambito ed essere finalizzato alla valorizzazione del patrimonio edilizio di pregio. Seguire l’iter del progetto unitario convenzionato, riduce i tempi burocratici in quanto esso necessita di un solo passaggio in Consiglio Comunale a differenza del piano attuativo che di passaggi ne richiede due”. 

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