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Alla faccia dell’ospitalità diffusa. Giusto chiedersi se la situazione è sotto controllo

Ci sono aspetti non trascurabili ai margini della Nigerian Connection. Aspetti collaterali che entrano gioco forza nella dinamica dei rapporti sociali. Il tema è delicato, ogni volta che la questione viene affrontata, c’è sempre la politica che punta a trarre dei vantaggi. C’è chi scommette la sua fortuna elettorale sulla paura delle persone, chi invece si ostina a sposare politiche buoniste che al momento non fanno altro che alimentare la voce grossa dei cattivisti. Polemiche che lasciano il tempo che trovano. Chiariamo subito un aspetto, invocare l’apporto dell’esercito è assurdo. Non siamo uno Stato di Polizia e per fare rispettare l’ordine pubblico bastano le forze do polizia che ci sono. Ma è obbligatorio applicare leggi che tutelino la sicurezza del cittadino. Non è più tollerabile che alcune zone di Arezzo, tanto per venire al nocciolo della questione, siano in mano a questi signori che di profugo hanno ben poco. Basta andare a fare un giro per il Pionta, vedere come sono vestiti e quello che fanno.   Subito si capisce come la situazione anche nella piccola Arezzo, sia ormai borderline. Ma quello che ha dichiarato il sindaco di Monterchi è decisamente clamoroso. Alfredo Romanelli è stato testimone di due arresti effettuati davanti alla sua abitazione nell’ambito dell’operazione che ha coinvolto ben 80 carabinieri. Bene, nella palazzina citata hanno preso la residenza numerosi africani che non si capisce come vivano e come facciano a pagare l’affitto. Alla faccia dell’ospitalità diffusa, siano andati ben oltre il numero delle persone da ospitare. Tutto questo senza un motivo che possa giustificare quelle presenze.

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